Friday, January 14, 2005

Aprire gli ombrelli nei posti chiusi porta sfiga. Il cappellone con la cravatta legata intorno alla fronte gonfia la schiena, scricchiola la flanella, gira dentro l’imbuto, woodstock sotto un cielo pieno di angeli, una sagoma smorta è in fondo al catino di pelo, quattrocento metri di dislivello tappezzate di anime, va a sbattere sul fondo come una moneta dentro una latta, plana sui profumi del prato, un miliardo di atomi a grappoli si incastrano dentro il filo di saliva, un riflesso d’oro falso, il cantante sbatte la testa sul palco, la camicia si è rotta, tutti tengono il respiro, si sente lo strappo - poi basta, si accende il motore e il maggiolone illumina gli occhi per andare a riprenderlo. Io inclino la foto e ci scivolo sopra. Miti degli anni settanta.

Thursday, January 13, 2005

Spleen-eccitazione-dissilusione: il circolo ermeneutico degli anni novanta girava come un carrello dentro un ipermercato: comprare poi mangiare, mangiare e poi mangiare, così fino alla laurea con un futuro vecchio a trent’anni e l’esame da avvocato per andare a giocare in giappone. L’ultima spiaggia.
Lei camminava verso il largo dentro il mare come a cercare di centrare la sua carne su un contorno nuovo. Provava a buttarci dentro il pallone, l’oratorio, l’uguaglianza la giustizia la carità e la rivoluzione, la comunione, ma non facevano più lo stesso suono. Dio scendeva alla velocità di un sassolino gettato in fondo a un pozzo. Non dipendeva da lei, non dipendeva da noi. Noi viaggiavamo più leggere con solo il bagaglio a mano. Ma adesso vorremmo provare a chiamarla per dirle qualcosa, per dirle di non buttarsi via tutte le sere con un sorriso black&white dietro un bancone, dentro una brocca stracolma di guinness blu color del mare. Ci illudiamo di valere di più davanti allo specchio.

Wednesday, January 12, 2005

Massaggio nella bottiglia dell’anno scorso, vergato il ventitré dicembre duemilaequattro e subito gettato ma mai arrivato. Poi ritrovato ieri , strizzato. Oggi steso ad asciugare.

Caro b,
regalo di natale in arrivo, auguri dallo blogsfera, per natale ti presento
una mia amica, bhe! è virtuale quindi cancella quello che stai pensando
e pensa a uno scherzo, pensa a un "nome falso", ------------non so ancora
se nascerà, sta ancora nella mia pancia e non l'ha vista nessuno, sono lenta
in queste cose, ti faccio spiare dentro il feto, chissà se uscirà, le
manca ancora una forma, fatta così degli scarti deformati della mia
vita, buttati dentro a caso ------ in ogni caso tu sei l'invitato alla prima,
buon natale b, buon natale da annalola e acqua in bocca che gli auguri
veri te li faccio domani.s.
L'indirizzo è wwww.annalola.blogspot.com, buon viaggio.

Tentativi di perdere la verginità non riusciti causa un destino piccino come l’oceano.
Ritorno sulla spiaggia e continuo a giocare con le onde.


Tuesday, January 11, 2005

Il diciassette gennaio ho filosofia teoretica da dare, e ieri ho rivisto G.. Un mio compagno del liceo. Non è cambiato per niente da allora pensavo mentre gli passavo un dito sulla schiena, lui mi raccontava. Questa mattina. Mi raccontava delle sue gare di scii alpinismo del programma di allenamento e dei coni di deiezione, ho pensato che avevo voglia di una sigaretta. Lui continuava, con quelle quattro parole imparate al liceo. Io allora mi sono permessa - per un momento - di riflettere sulla differenza tra infedeltà e tradimento lasciando solo il suo petto glabro sotto l’ombra della plafoniera. Ho visto i puntini muoversi, allora, dietro le palpebre. Sapevo dare a tutti un nome un luogo una data, ma non erano in fila, galleggiavano e ci voleva poco e si spostavano come le palline di un pallottoliere. A quel punto mi è sembrato di capire che il tempo dei sentimenti non è lineare e nemmeno rigido, è morbido come appoggiato sopra una superficie liquida, e per questo che nessuna si dovrà preoccupare di me, io G. me lo sono preso una volta quattro anni fa, oppure oggi o domani non fa differenza è comunque già successo e vale per sempre.

Tuesday, January 04, 2005

//Istruzione per iniziare l’anno sentendosi una merda// Prendete pure la festa di capodanno in un rifugio con la neve fino alle caviglie, dentro una valle incassate dentro la valle dove abito io, ecco prendete la marmottona con quel culo da hewoks e quello sguardo da depressa della domenica che non vi toglierà il fiato dal collo tirandovi la giacchetta per tutta la sera. Proprio lei che appena entrerete in cucina vi ricorderà che si è offesa per quella volta che non l’avete salutata in pizzeria e che comunque vi ha perdonati e adesso ha un sacco di cose da dirvi (bene!). Lei che vi chiederà durante l’aperitivo se a cena si può sedere vicino a voi (certo perché no), e là vi chiederà più volte se siete felice (felice?), e quante volte siate stati felici, allora voi comincerete a pensare che una così dovrebbe finire all’inferno, che preferite la parola “generazione” o perfino la parola “gestione” alla parola “felicità” e a tutti i suoi modi di esserlo, ma non dite niente, vi limitate a un mah di cortesia. Lei è astemia e non c’è modo di farla stare zitta, voi continuate a bere, ma non serve ad anestetizzare il dolore di sentirvela sempre dietro, sempre sintonizzata sulla vostra stessa onda visiva, sempre a sussurrarvi nell’orecchio la sua intolleranza verso gli altri ospiti. Cominciate a pensare di passare alle droghe leggere, intanto lei si prenderà gioco di voi con gli amici in una maniera odiosa e ruffiana al solo scopo di attirare la vostra attenzione, a questo punto cercherete di concentravi su quelle labbra color melograno che state puntando tutta la sera - unico analgesico meta-fisico contro la disperazione, ma lei si metterà sempre in mezzo chiedendovi perfino di svegliare la serata con qualche gioco ( gioco?). Al momento dei lenti rifiuterà tutti gli inviti di svariati esseri umani pietosi fissandovi con uno sguardo di calcestruzzo, voi penserete allora che sono le sei ed è quasi finita finchè non vi dirà che ha dimenticato il saccoapelo e le farebbe piacere dividere il vostro senza malizia (senza malizia?). Voi riuscirete a rintanarvi in una camera ghiacciata per sfuggirle pensando che preferireste dormire nudi all’addiaccio piuttosto che finire nel letto con lei. L’indomani per concludere l’operazione vi basterà ritardare la discesa di qualche ora fingendo un malore fisico al solo scopo di non doverla riaccompagnare voi a casa. Ecco più merde di così, buon anno!