Friday, April 22, 2005

La donna di circa quarant’anni che lavora nell’ufficio sopra il mio ha una dentiera in bocca quando ride. Magra come i tossicodipendenti. Ogni anno passato a un certo punto le è passato due volte sopra la faccia, l’aria di una che è appena scesa ancora infreddolita. Tipa sveglia in crisi di astinenza, elettrica - spregiudicata.Ma non è bella, certe volte mi è parsa piuttosto brutta, secca, come un albero senza foglie.Una cozza spelata.
La donna che lavora sopra di me quando parla schiaccia le vocali- te le vuole spingere in bocca, te le pesta insieme alle consonanti come fa con gli uomini se le capitano sotto i piedi- e questo le fa venire i nervi. Indossa pantaloni color cachi, tacchi alti messi sotto stivali limone appuntiti. Occhiali a goccia su lenti rosa. Ha raggiunto sei orgasmi in piedi schiacciata alle pareti di bagni pubblici. Guida una Classe A, ma a volte la vedo arrivare anche con una Smart. La sua risata fa paura. Ha raggiunto cinque uomini nella loro casa al mare, di corsa, per passare il week-end con loro quando la facevano andare ai pazzi. Ha messo al sicuro la sua Classe A. Scende da noi con magliettine che le fanno difetto sulla pancia Ha un respiro ustionante e la maggiore età sotto chiave. Una faccia che la potresti smontare fatta a pezzi da occhi non suoi.
La donna che lavora sopra di me ha sempre il frigor vuoto, e vorrebbe partire per il mare.

Wednesday, April 20, 2005

TOTI01
Quello della stanza numero quattro russa in maniera disumana, dalla stanza numero due arriva la televisione e la luce è sempre accesa, c’è qualcuno che chiude il rubinetto dell’acqua fredda in maniera micidiale, mi ci vuole una fatica ogni volta che entro dopo di lui, non ho ancora capito chi è, ho sospetti su quello della sei che sta in fondo al corridoio praticamente sul pianerottolo delle scale e che ho visto girato di schiena una mattina uscire senza collo con due spalle enormi. So che quello della due ogni volta che va in bagno chiude la porta della stanza con due mandate. Quello della quattro esce presto: nel dormiveglia l’altra mattina ho sentito la sua porta. Quello della due ha la sveglia puntata alle otto e venti ed è sempre uscito dopo di me. Trovo spesso il display del sapone con il beccuccio regolato sulla sicura- questo mi pare strano - chi dopo averlo usato lo chiude? Ho trovato nella mensola sopra il lavandino un copri rasoio trasparente di quelli usa e getta. Non ho ancora sentito parlare nessuno, nessun cellulare ha mai suonato, e in effetti questo è strano.

Monday, April 18, 2005

Dall’altra parte un uomo di colore fissava diritto avanti. Il casello si avvicinava. 140km/h. Il mio cuore era nero e non avevo scuse. Ci si poteva schiantare. Abbassavo la velocità. L’uomo era piegato in avanti, oscillava su e giù. Guardavo lui, guardavo la strada. Dalla bocca dell’uomo di colore scendeva un filo di bava, mentre la testa continuava a fare su e giù. Non diminuiva la velocità, si sarebbe schiantato contro il casello di uscita dalla tangenziale nord - tenevo giù anch’io per stargli dietro e capirne di più. L’uomo di colore aveva la pelle lustra la barba rifatta, le guance gonfie e nessun segno del tempo. Non capivo se gli occhi erano aperti, intanto le mani erano ben fisse sul volante, irrigidite, solo la testa continuava a fare su e giù, come un fiore su un gambo spezzato, la testa impazzita. Ma la cosa più assurda è che se ne stava filando verso il casello con una cravatta gialla legata in tasta, ero a tanto così dal finestrino e dal suo faccione, quando per istinto avrei voluto lasciare il volante schiacciare il naso sul vetro come una bambina e chiamarlo -svegliarlo. A qual punto la nostra distanza cominciò a divaricarsi, come trascinati da correnti diverse, finii su una corsia lontana, file di macchine si erano messe in mezzo, quando la intravidi la per l’ultima volta la macchina stava per precipitare diritta dentro il casello come in una buca.

Thursday, April 14, 2005

AUTORE CERCASI
Cerco un Autore che c'ha qualcosa di sbagliato in quello che scrive. Un gesto efferato. Un errore. Cerco un attacco "bellissimo" da radere al suolo due torri. Il confine sporco, asfissiante, quel sembrare dappertutto un po’ spostato un po’ troppo orientale - la bellezza di una guerra, o del suono che fa "beirut" quando lo dici, l'impotenza di una scrittura con il fiato troppo corto per correre.
Cari Lettori, vorrei consigliare a tutti voi di evitare donne

che vi chiamano sempre amore, tipo “amore mi passi il cappotto”
che hanno al posto delle sopracciglia due striscine nere alte sopra gli occhi
che si presentano in tacchi quando si parte per il weekend
che sono astemie
che parlano di massa adiposa ventrale
che credano nella “felicità” nella “gestione” e usano spesso la parola “generazione”
che usano ancora la scusa del mal di testa
che non votano “tanto non cambia niente”
che scimmiottano Brigitte Jones
che vogliono un “uomo che le faccia divertire”
che non hanno mai fatto una torta
che vanno in bagno con l’amica
che non si sono ancora liberate di Baricco

queste saranno delle pessime mogli, delle finte amanti, per esperienza personale, esse sono delle ottime amiche: non si rendono conto gli uomini di quanto sia importante poter andare in bagno in due.