Tuesday, June 21, 2005

Sandiego1 - dov'e' il serial-killer? - lunghe file di giapponesi, un po' di italiani in fondo si rigirano con gli zainetti in spalla, c'e' n'e' uno con la camica attillata aperta due bottoni, la cintura di pitone bene in vista, snickers consumate, sorride a tutti e ha gli occhiali a goccia, cerco subito di contattare un serial-killer che mi offra buone tariffe e si prenda in un botto almeno quelli in fondo.

Saturday, June 18, 2005

Istruzioni per san diego. Mi sento lontana, sospesa IN ARIA, e quasi non mi manca piu' nessuno - arrivo a cinccinati previsto tra quattro ore - hanno messo i televisori sui poggiatesta e un'americana con le unghie color salmone non ha vizi - questo e' tutto non c'e' altro. Galleggia il cielo mentre privatamente mi appunto istruzioni per il mio destino.
Quando annalola parte e gioca a fare la sentimentale. Guardo i vecchi che mi passano davanti e cerco di scoprirli giovani com'erano, passiamo sopra il cervinio, ci lasciamo a destra il monterosa - sotto la maschera di gomma gli occhi si capisce sbirciano fuori due alla volta - credo d'avere dietro la blogger dei pazzi e davanti il mio uomo ideale, un po' cipenso forse non rivedro' qualcuno: il venditore malato/ il nonno secco-secco. Parigi CDG arrivo previsto alle nove e trentacinque - delle derive/ degli approdi - ti setacciano l'anima. Piccoli granelli. Le partenze.
Ho tutto nella borsa: la musica difficile del vecchio andrea, un quadrifoglio secco, la madonna nera di t., un matrimonio scritto sulla carta, il massaggio gradito, il sorriso dell'ultimo minuto. Un bambino napoletano schiaccia la testa sotto il rubinetto dell'aria condizionata: "senti mamma, pare che ti bagni!"
HO TANTE VITE NELLA BORSA CHE MI HANNO REGALATO PRIMA DI PARTIRE.

Friday, June 10, 2005

Delle cose che devono essere raccontate c’è il boato del san paolo, di ieri, per il piccolo dio argentino - e stava in equilibrio sotto un pallone, una fatica immensa a vivere (una cosa naturale).
Andrebbe registrato e mandato in orbita insieme e tutti quegli altri nastri che testimoniano il nostro passaggio, la nostra fede.

Non è vero che le domande (che contano) rimangono senza risposta come ci hanno detto a scuola. Ci sono risposte beatriciose, ci sono risposte fisiche, ci sono gli dei con noi.
Sono fiera di appartenere a questa squadra che porta i suoi feticci nello spazio e a questa terra così piena di grazia.
Sono fiera di essere stata nei suoi piedi quella sera in messico insieme a voi.
Questa terra sarà bellissima ogni volta che lo è stata quella sera.
Finisco sempre in una depressione postcoito, così anche stavolta, davanti alle bacheca di letterature angloamericane penso all’esame, è che non sono assolutamente contenta di me, scrivo su un post-it giallo i libri per il prossimo e trovo che il modo migliore di vivere questa volta sia quello di lasciarli chiusi, sto per vomitare sul post-it giallo poi vorrei bruciare e soffiare via le braci con le labbra di liv tayler, ma mi vuole andrea per chiedermi come è andato l’esame.
Sabato prossimo parto per la california – e le cose andranno bene se i libri rimarranno chiusi: me li porto lo stesso in fondo alla valigia insieme alle all-strars rosse: non si sa mai che un pomeriggio avrò bisogno di trasformarmi – sono ancora al telefono con andrea – ma penso alla blogger-napoletana con la certezza che lei avrebbe saputo fare di meglio.

La depressione post-coito è per un esame sulla poesia del novecento
Il post-it giallo è quello dei frigoriferi americani
Le labbra di liv tayler sono di “Io ballo da sola”
Andrea è il mio amico leonardesco
La blogger-napoletana è la mia ossessione

Friday, June 03, 2005

Ieri sera sono uscita con tina a bere birra ghiacciata dentro bicchieri di plastica. Mi sono messa una camicetta color ruggine trasparante e scarpe da tango che ho trovato dentro un racconto. I pensieri sono leggeri come l’aria. Tina si sposerà a inizio novembre. Il tradimento non ci spaventa, possiamo tradire e amare la stessa persona, ci spaventa l’amore per principio, quindi ci diciamo tanto vale amare. E’ una sera così, con sguardi che vanno intrecciati a un racconto napoletano. Guardo in fondo, dopo le colonne, ma non c’è niente, non il profilo dei granili, nemmeno lo sbarco delle navi che sto aspettando, e le colonne di san lorenzo -divise a metà da mode del ventunesimo secolo - fanno già estate. Nessuna traccia degli americani, ne di sporcizia, ne di depravazione e disperazione, neppure di mito di quella napoli putrefatta e viva che mi ostino a cercare sotto le pietre di milano.