Thursday, September 29, 2005

Oggi il primo mendicante che vedo è in ginocchio con la schiena piegata a novanta gradi verso di noi. Sembra di gesso. Ha davanti una scatoletta rosablu tonnoriomare lavata gran bene. La scatoletta luccica e lei è lì lì per sfiorarla con il naso. Non sembra possa avere nessun organo sessuale, ne apparato riproduttivo, forse dentro è vuota.

Tuesday, September 27, 2005

E' difficile capire che cosa sta succedendo. Tornata dalle vacanze non vedo più Manifesti sui tavoli della biblioteca e dentro le giacche di velluto, li hanno tutti sostituiti con le Repubbliche. Il tempo passa anche qua. Il mio sbarbato studia seduto sulla sedia con le gambe a joga. Vorrei alzarmi e chiedere se qualcuno va ancora alle feste nei loft con gli occhiali da sole dove ci si possono permettere strani vestiti, e se si legge ancora Kerouac qua. Chissà se non è stufo di avere un cuore verde tatuato sulla mano. Perchè quella ragazza lo continua a fissare? Qua dovrebbero piacere i ragazzi con la montatura di corno, la barba e la frangia unta e spettinata.
A tutti noi, più in generale e più lontano, dovrebbero piacere la varietà, la giovinezza e la disubbidienza, così ci lasciamo il martedì pomeriggio alle spalle.

Saturday, September 24, 2005

LUI: fa l'elettricista.
LEI: lavora in un bar - a lui gli vuole bene da due anni, ma prima è morta dietro a un tipo per due settimene quando faceva la gelataia a Lisbona. Poi è ritornata, e da allora hanno cominciato a sentirsi per telefono (ogni volta che lo chiama le sudano le mani) adesso si chiede se non poteva chimarla prima che lei si mettesse con lui che pure gli vuole un bene dell'anima - ma quall'altro prorio non riesce a toglierselo dalla testa (una sera quando quell'altro ha chiamato lei è stata molto fredda, poi più tardi gli ha scritto un messaggio dicendogli che era così perchè c'era lui, quando quell'altro ha scoperto che c'era lui ci è rimasto male)
Quell'altro vuole venire a trovarla ma lei continua a stopparlo - lo vuole ma ha paura di vederlo - ha paura di vederlo con lui. Pensa che potrebbe solo essere una sua costruzione mentale, ma pensa anche di no.
Adesso sta mettendo via i soldi per fare una settimana in Potogallo e vederlo, così capisce se è fuoco o fumo. Adesso sta anche pensando che racconterà tutto a lui prima di partire.

Friday, September 09, 2005

Era solo una vertigine infilata a occhi chiusi dentro un programma del ’97, il riverbero dello schermo come la scia di una lumaca intorno ai contorni del tavolo di ciliegio, e se i suoi occhi cominciarono a dardeggiare era il punto in cui smisi di capire. Non credevo più nel dio misericordioso che porta buone novelle, neppure nei palmi aperti di chi vende il paradiso, preferivo pensare a una calcolatrice senza sfondo, o al dio di galileo che promette felicità in cambio del QI. Sento la musichetta di apertura del programma come il gingle di natale e la porta che si chiude, poi mi tocca sceliere alla luce turchina dello schermo la destra o la sinistra. Nei suoi occhi si compone l’immagine ortogonale di una parete scivolosa appena tre centimetri dal mio naso, così si riconsuma questo rito miliardi di chilometri lontano da casa, ma non c’è da aver paura, i pugni che ho davanti sono guanti di pelle nera, e la melodia chimica di un wodkasour mi rincula nello stomaco, suona come il violino di andrea e mi fa sentire di ovatta, qui - al principio della Divina Commedia. C’è l’umidità di una cantina e i colori di una soffitta, vorrei un lucernario con la luna per un momento così, ma mi si offrono parole in inglese e un eco di riporto sonoro, poi si arriva al dunque quello in cui si chiede: la pastiglia blu o la patiglia rossa? l’una per guardare in faccia la verità, l’altra per crogiolarsi nella cartapesta, non sei più una bambina, si sfila un canino dalle labbra perché scintilli almeno un pò, anche lui come aveva fatto ------- e prima di lui amleto.