Thursday, January 13, 2005

Spleen-eccitazione-dissilusione: il circolo ermeneutico degli anni novanta girava come un carrello dentro un ipermercato: comprare poi mangiare, mangiare e poi mangiare, così fino alla laurea con un futuro vecchio a trent’anni e l’esame da avvocato per andare a giocare in giappone. L’ultima spiaggia.
Lei camminava verso il largo dentro il mare come a cercare di centrare la sua carne su un contorno nuovo. Provava a buttarci dentro il pallone, l’oratorio, l’uguaglianza la giustizia la carità e la rivoluzione, la comunione, ma non facevano più lo stesso suono. Dio scendeva alla velocità di un sassolino gettato in fondo a un pozzo. Non dipendeva da lei, non dipendeva da noi. Noi viaggiavamo più leggere con solo il bagaglio a mano. Ma adesso vorremmo provare a chiamarla per dirle qualcosa, per dirle di non buttarsi via tutte le sere con un sorriso black&white dietro un bancone, dentro una brocca stracolma di guinness blu color del mare. Ci illudiamo di valere di più davanti allo specchio.

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