Tuesday, December 28, 2004

Per capodanno io mi sto organizzando: perdere qualche chilo, comperare una parrucca bionda, un velo di trucco per aggiustarsi il rossore post-sciiata, un po’ di dizione: spremitura delle vocali soprattutto. Lasciarsi chiamare con questi nomi esotici e scivolosi: selvaggia lavinia mariasole. Contemplare il di lui profilo secco, il di lui naso adunco, le pupille dilatate e lo schiaffo di capelli made in usa. Crogiolarsi dentro il legno di faggio dello scialet di famiglia, non curarsi della neve così adagiata malborocountry , appisolarsi, annoiarsi davanti al camino tra le sue braccia, sprofondare nel collo alto del maglione di lana. Accarezzare lapo ripetutamente. Snobbare gli amici che lo vogliono per il veglione al rifugio, far tacere le motoslitte che chiamano per la festa da dedè, bruciare gli inviti per il privè, tenerselo tutto per se. Riaccendergli un’altra sigaretta, riempirgli il bicchiere con acqua minerale francese, disfare ripetutamente il letto del nonno ------soprattutto non pensare di dovere finire anche quest’anno a scansare valtellinesi che sembrano tutti l’onorevole mastella, ripetersi che questo capodanno non ci si accontenta più di un uomo, che quest’anno si pretende una “dinastia”.

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