Saturday, December 18, 2004

Ritorno in valtellina. La ballerina sta leggendo e mi dice che le ci vuole un minuto, a togliersi la tuta, io le dico che comunque sono da lei tra mezzora. Si alza un po’ di nebbia, ho C- nella testa, e un blog che non so se riuscirò a mantenere vivo. La terapia di autoanalisi per esorcizzare la perdita, i miei sentimenti messi sottovuoto. Mi aspetto dall’altra parte del fiume ma ne vedo sempre un’altra. Non riesco a credere neppure alle poche parole con cui ho cercato di inchiodarmi. Sono sempre un’altra, sempre da un’altra parte, a scricchiolare su un’altra croce. Così arrivo in città e suono, lei si sta mettendo il rossetto: la finestra aperta, un albero bonsai luccica sul davanzale, sicily di dolcegabbana, radiohead a manetta, sondrio è una cartolina di natale per poveri artisti tossicodipendenti.
Siamo i primi ad arrivare nella casa dove si domina la valle. La figlia del professore ci saluta con il suo accento francese. La ballerina rimane in canottiera e comincia una danza girata di schiena, michy alle costine, amanda ai piatti, chi balla traccia linee anoressiche per aria. Arrivano tutti, mangiamo e sporchiamo, la ballerina ha smesso e mi racconta la sua vita. Si accende una sigaretta e comincia a bruciare. Giordanomaiali arriva anche lui, la interrompe porgendole il bicchiere, le dice che lo capirà quando sarà il momento, non puoi rinunciare a una parte di te, la puoi solo nascondere, lei la vuole amputare e mi guarda disperata chiedendomi come si fa capire quando si è innamoratati “veramente”, giordanomaiali ha già in mano una pezzo di torta e non ha sentito come è finita. Io non ho risposte, fuori la vallata è una scenografia horror da cui aspettiamo salga l’assassino.
Fino alle due cerco di tracciare un confine per sistemarle le cose, tiro in ballo anche le teorie di simonetta, l’amore da una parte a il nonamore dall’altra, mi allungo mi sposto tiro segni sulla superficie del suo cuore ma non riesco a centrare la presa. Il cuore di una ballerina valtellinese è una palla da bowling senza i buchi, mi arrendo e lo accarezzo come fosse la testa di cojak. Allora ci avviamo attraversando sondriovecchia come due globuli rossi dentro una vena.

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