Wednesday, December 15, 2004

Lunedì si è laureata fra.
Una cresta di luce la incendiava, le nostre facce si riflettevano. Il “disagio giovanile valtellinese” fece la sua comparsa, lei abbassò la luce. Cerchi di dita nell’aria e ombre sullo schermo, la sua magia sul palco.
Gli inquisitori picchiavano le nocche, lei inquadrava il problema. Noi le stavamo dietro.
Quello più grosso che masticava la cicca si afflosciava sulla sedia come un grosso maiale, fra nel suo tubo di luce sembrava pronta per essere teletrasportata, lui si era tolto gli occhiali e aveva stropicciato gli occhi, lei era passata a un altro lucido, lui diventava nervoso ed era pronto a prenderla, poi la luce in un attimo le si sfilò da sopra come un vestito, gli inquisitori comparvero dallo sfondo d’ombra come un ventaglio, le strinsero la mano, e caddero digrignando i denti di legno. Adesso fra sembrava una ragazza, anche lei aveva un corpicino come il nostro.
Quando siamo usciti dalla cattolica c’era un cielo vecchio di parecchi anni.
Io mi sono messa i tacchi, la sciarpa e la gonna, ho deciso di ubriacarmi prendendomi una giornata di permesso.

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