Wednesday, December 22, 2004

Stasera potrebbe anche andare così, io e s. di fronte tracciamo due sagome scure sullo schermo, come due pere schiacciate, vibra l’immagine di una giornata di pioggia viola, la prima di novesettimaneemezzo, un motorino attraversa lo schermo e il ronzio passa per la sala come vibrando in un tubo, la ragazza si ferma al semaforo infila il mento nella sciarpa mentre un ragazzo pakistano fermo dall’altra parte le sorride, lei vorrebbe rispondere, io e s. ci spostiamo verso il bagno seguendo le indicazioni luminose. Apre la porta bianca con una spinta, lo specchio mi sembra quello in cui terminator infilava la maschera per nascondere l’occhio d’argento, ci trema una luce sopra di un colore turchino, è solo uno strano miscuglio di pulviscolo ossidato dalla scala antincendio, s. accende la luce, il bagno è rosso e panna. Mi si avvicina a tanto così, praticamente vedo solo lo sfondo liquido dei suoi occhi, riempie tutta la mia prospettiva come un salvaschermo sfuocato, sembra quei “mari del sud”, poi sento pizzicare le cornee, le lenti a contatto mi si staccano in un boato lattiginoso, il mare del sud si stempera e si spegne, io gli afferro le cornee e le strappo le sue con la precisione di un ninja, me le caccio nei miei bulbi oculari vuoti, il mare è smeraldo come dietro gli occhiali da scii, ci spruzziamo sopra la vernice nera come fosse una benda abbassata e ci sistemiamo la frangia, dilà hanno iniziato ad ammazzarsi, sarebbe un buon momento per baciarsi ma decidiamo di passarci sopra.

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