Sunday, January 06, 2008

Berlin _1
Karolin e Peter sono abbracciati in mezzo alla folla. Tutta Berlino è in strada. C’è talmente tanta gente che non si riesce a camminare. Karolin sente la pressione sulla schiena e si lascia andare tra le braccia di Peter, lui la tiene stretta e la guarda continuamente. Peter si soffia via i capelli neri dagli occhi. La gente spinge, c’è un rumore assordante e qualcosa nell’aria che droga. Peter non lascia Karolin, gli arriva al collo, lo bacia. Nuota tra la corrente, respira chiude gli occhi. Sono quasi arrivati al muro e vorrebbero andare di là. C’è il sole; ed è strano potere andare di là, me nessuno ci pensa veramente. Microdosi di cocaina si mischiano all’ossigeno così per caso, è solo una sensazione, il bello è che nessuno ci pensa – si vede il giardino zoologico: sembra la testa di una tigre. Tutti vogliono vedere. Nessuno sa cosa. Non c’è niente da vedere. Karolin ha come la sensazione che domani non andrà a scuola, che non andrà a scuola mai più; non si stacca da Peter. Le uniche due persone così tenacemente abbracciate nella folla sono loro. Tutti gli altri si abbracciano e poi si lasciano, spingono, gridano. Peter riesce a vedere uomini in piedi sul muro, qualcuno si ferma lassù, apre le braccia e diventa riconoscibile , altri spariscono subito, Karolin vede le loro schiene ingobbite cadere di là. Milligrammi di cocaina filtrano nell’aria come fiocchi di neve, un pulviscolo impercettibile. Il cielo è una matrice, miliardi di pixel si accendono sulla linea che disegna un incudine dentro la città. La linea si gonfia e traballa come un focolaio canceroso. Peter non riesce a tenere via i capelli. Ha gli occhi di un colore incredibile, a Karolin fanno venire in mente la fantascienza, i suoi capelli sono lucidi e scendono a punte aguzze sul naso, gli curvano sul viso senza sfumature come nei disegni animati giapponesi. Karolin ci è rimasta secca. La linea grigia sembra pulsare e prendere vita per scollarsi di dosso milioni di insetti. Karolin non saprebbe dire quando si è innamorata di Peter, sente il traballio sensuale della folla e il pulsare misterioso del cuore di Peter. La malattia graffia il muro. C’è odore di morte, l’odore dell’energia quando cova in milioni di corpi e diventa qualcosa di barbaro. Il clamore è così assordante da renderti cieco. Non si riesce a capire, nessuno riesce a capire cosa piace a Peter guardandogli il viso, potrebbe essere un modello, un attore, un eroe delle fiabe, potrebbe non piacergli niente, Karolin ha già paura. Sono usciti per andare al parco a fumare, si sono fidanzati il giorno in cui nella stanza di Peter ascoltavano musica rock e fumavano le sigarette delle mamma di Peter. Oggi la gente ha portato la radio, tanti hanno con se le valige. A Peter sembra di vedere una donna in mezzo alla folla. Ha i capelli rossi e lo fissa con gli occhi di un coyote. Karolin tiene una musica russa in testa fatta di archi violini e campane, va con il cuore di Peter, la donna mira Peter e gli spara con le dita. Un uomo sorride per qualche secondo, il tempo che la forza della corrente glielo permette, poi caccia un urlo, prova a inchinarsi, si vedono i riccioli muoversi come al rallentatore, sembrano stelle filanti sullo smoking. Berlino è stesa per terra, la folla se la trascina sotto le scarpe, le valige si rompono ed escono le arance, i corion, le fotografie in bianco e nero, scatole di medicinali, pigiami, sciarpe e berrette. Non si riesce a mettere in fila due pensieri. Quando Karolin e Peter arrivano sotto il muro Karolin ha le dita completamente dentro i capelli di Peter. L’ombra di una nuvola stampa due fauci sul muso del giardino zoologico. Karolin dice a Peter che non è mai stata così felice, non si capisce ma potrebbe essere un urlo, le sudano le mani, le stanno per prendere fuoco. Peter è blu e porta una giacca di pelle, Karolin non si è ancora abituata al colpo improvviso che sente quando lui le sorride. Sono sotto. La mano di Peter finisce sul muro mentre la corrente tira, lei sta attaccata a Peter e sta attaccata al muro. C’è come uno spazio franco tra il muro e la folla, ci entrano, e si spingono in alto sulle punte dei piedi, il cigolio delle scarpe di gomma di Karolin, adesso, sotto il muro - nel fragore, è impercettibile.

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