Friday, September 21, 2007

MinimumFax 5.
Ma non dico niente, mi limito a mettere il cd sul tavolo. Lui si siede sul divano. Guardiamo tutti e due la parete – non posso non pensare alla mia copertina preferita. La tappezzeria è a motivi floreali. Soli infuocati galleggiano nel blu completamente uniformi . La carta da parati è un lascito degli anni '60, oggi non si usa più. Una grande cornice, ancora prezzata in lire, che contiene foto di persone più o meno morte, senza nessun ordine o legame apparente. Lo so a cosa stai pensando, mi dice, stai pensando a quanto ti irritano i mie giochetti da intellettuale. Certo non immaginavo di trovarti qui, nella penombra, scalzo, con quello sguardo da scienziato pazzo a riempirmi di gadget che sembrano appartenere alla trama postmoderna di qualche romanzo. Ci manca solo che te ne esci con la storia di un complotto. Un tesoro, un testamento da aprire, una nonna ultraottantenne scomparsa. Devo lavorare sulla decodificazione di un codice pieno di disegni a forma di trombetta?… la chiave è nel cd?, o peggio è dentro di me? sono io, mio malgrado, l’eroina che seguirà eventi lungo incastri prestabiliti, una scia tra l’oceano e il cielo, due blu allacciati dal sibilo del vento e dal rumore della risacca? Una storia che non finisce? Una tisana? Una sigaretta?, No, dai! Non ho voglia di parlare di libri, preferisco fumare guardando la cupola di San Pietro prendere fuoco…Non fare quella faccia—C’è dilà mia nonna Martina, te la vorrei presentare. Guardo verso la cucina sbucare su un triciclo meccanico una vecchietta dotata di chignon metallizzato. Non ci credo. No, voglio tornare a casa. E questo credo di averlo detto.

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