Monday, September 17, 2007

MinimumFax 1.
Mi piace lavorare la notte, soprattutto adesso che Roma è tiepida come la campagna. Sento passare qualche motorino ogni tanto. La luce della stanza ha un colore diverso, un giallo più scuro, pieno di ombre. La fine dell'estate è uno dei periodi che preferisco. E' così tutti gli anni. Non ho bisogno di pensare per lavorare. Ho una specie di eccitazione stabile, sottopelle. Poi D'ambrosio non fa che dilatare la mia voluttà. Lui lo sa, e non capisco perchè insiste, - “Dai Martina vieni a letto!” Lo fa apposta, è la terza volta che mi chiama. "Ancora un po' – lasciami lavorare ancora un po', poi arrivo". Non penso a cosa rispondergli, ma credo di averlo già fatto, mi sembra di aver detto qualcosa. Ho i talloni appoggiati sulla sedia, le tibie contro lo spigolo della scrivania. Il cursore stà lampeggiando. Jones ha deciso di portare la ragazza all'ospedale , scende con lei in piscina - penso le frasi in Italiano mentre leggo in Inglese - l'ho fatto una decina di volte stanotte, ormai vedo distintamente la scena, ma non voglio ancora scriverla, non voglio farli uscire, esito – vorrei passare la notte qui. E' un amplesso tra me e lui, tra le nostre anime, una cosa pulita. C'è una specie di calma subacquea sulla piscina dove sono adesso, Jones e la ragazza – sembra di stare fuori dal mondo: la notte crepita, e immagino uno spazio galattico – la spirale lattiginosa di un universo in espansione, qualcosa del genere. Jones appoggia la ragazza sulla superficie dell'acqua come fosse una sirena, l'acqua si inclina, oscilla - - ho lasciato il telefonino sulla scrivania, allungo la mano per prenderlo. Nicola, non riesce a dormire, dice se ho voglia di passare, è quasi l'una, gli rispondo se è scemo, mi risponde di no, sono sicura che sta scherzando. Dai vieni. Appoggio il telefonino e mi avvicino alla finestra, dilà si è addormentato, quanto ci metto fino a Nicola? Guardo i tetti di Roma, mi gorgoglia lo stomaco.

0 Comments:

Post a Comment

<< Home