Thursday, September 13, 2007

Ce'chi guarda fuori dalla finestra e c'è chi si mangia i libri
Stavi aspettando tenendoti Underworld sulle ginocchia, non ti sei accorta subito del poliziotto perché eri a pagina 153 quando Cotton trova la palla del fuori campo, stavi dentro la sera in cui il padre di Cotton se la mette nella giacca e esce di casa, così il poliziotto poteva essere lì appoggiato alla Duna viola a discutere con il signore in bicicletta da un po’, non sapresti dire quanto, ti ricordi, invece, esattamente la luce che c’era perchè ci avevi pensato prima e avevi deciso che erano i colori di una giornata come ce ne sono in autunno, lo avevi pensato appena prima di ordinare il panino, prima di iniziare a leggere, ma non sai dire quando hai smesso di leggere , se quando il padre di Cotton esce di casa o prima, ti ricordi solo che quando hai tirato su la testa il poliziotto stava già mostrando un biglietto rigido all’uomo in bicicletta, che poi quell’uomo scendendo dalla bicicletta si è avvicinato al poliziotto, e che gli è andato molto vicino, è stato in quel momento che hai incominciato a interessarti alla scena, hai pensato che c’era qualcosa che la rendeva “speciale”, e se non era per l’espressione dei loro visi e per il tono delle loro voci, avresti detto che l’uomo si stava avvicinando al poliziotto per baciarlo, si era piegato leggermente, e, senza che tu te ne fossi accorta, il biglietto plastificato era già passato nelle sue mani, l’uomo stava cercando di spiegare qualcosa al poliziotto, indossava una canottiera bianca, e a un certo punto, hai avuto anche il sospetto che fosse straniero, più o meno allora il poliziotto si è allontanato leggermente dalla Duna viola, e se adesso sai perché tutto ti sembrò così interessante, allora non ci pensasti affatto, semplicemente guardavi: guardavi i due uomini impietosendoti per l’uomo in canottiera e disprezzando il poliziotto – hai provato a spiegarlo quando ti hanno interrogata, senza riuscirci, adesso però, ti sembra di poter dire che era come al cinema con il “buono” e il “cattivo”, una scena costruita cinematograficamente sui meccanismi dell’immedesimazione, recitata come una parodia, però tutto stava succedendo davanti ai tuoi occhi, tutto era così vero, il poliziotto tirò fuori la pistola e sparò un colpo all’uomo in canottiera, questo lo sentirono tutti ma nessuno vide, come te, il momento esatto in cui cominciò a uscire il sangue dal foro, ti sembra addirittura di avere visto quella piccola cavità circondarsi di un liquido più denso e scuro prima che il sangue cominciasse ad affiorare, è allora che hai pensato alla rivoluzione, rivoluzione è questo che hai detto quando ti hanno interrogata, e forse hai sbagliato perché i poliziotti ti hanno guardata come se fossi tu la colpevole, hanno esitato sul tuo viso come si fa di fronte alle persone morbose, a quel punto era troppo tardi per ritrattare, non ti è rimasto che spiegare dov’era la rivoluzione, poi ti hanno lasciata andare, fuori era buio, e non hai mai più saputo come è andata a finire con il poliziotto, l’unica cosa che sai è che Cotton quella palla non l’ha più ritrovata.

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