Thursday, May 18, 2006

Seguivamo con trepidazione ieri, i giuramenti dei ministri del nuovo governo di centrosinistra, già alla mattina non ci raccapezzavamo delle critiche e delle blande aspettative che tutta la stampa post-comunista riservava al Professore, ma poi non è che ce ne frega più di tanto, così ci siamo messi davanti al televisore telecomando alla mano, finestra aperta, registratore lampeggiante. Vedevamo spuntare una macchia di orribile verde tra tutte le spalle ingessate e ci chiedevamo dove fosse Lei. Abbiamo aspettato ingoiando il boccone, le dita affossate nella scodella dei pop-corn e le gambe incrociate sulla poltrona. Abbiamo avuto il tempo di guardarci i piedi nudi provando un rassicurante piacere estivo, finche è cambiata l’inquadratura e ci e sembrato di vederla in splendida acconciatura (non il classico caschetto con riporto dietro le orecchie, ma qualcosa di più angelico e bambolesco, qualcosa di raffinato da affondarci dentro). Era proprio Lei, splendida già in quel fotogramma - mostrava un’iridescenza tutta sua, accerchiata come in una foto-di-classe dai neo-ministri. Abbiamo lasciato i popcorn chinandoci verso lo schermo, abbiamo deglutito - appena in tempo: ce l’hanno fatta vedere mentre camminava verso il banchetto del Presidente per “apporre”. Sembrava crederci, fiera orgogliosa come gli altri, con in più la grazia sbreciata di una venere greca e il profumo di legno delle libreria da montare, quel modo di tenere arricciata la bocca da ragazzina in analisi, l’arroganza tipicamente femminile che sa di perfidia, pronta a sbattere un doppiofondo morale in qualsiasi discorso, ricca della superiore verginità radical e naif della sua "corrente" – sensibilità alle stelle, snob e un pò troia, in splendido vestito tra il grigio e il marrone chiaro. Perdonatemi ma era l’unica donna li dentro. Ha firmato, ha sorriso, non sembrava neanche goffa quando si è piegata sul banchetto, l’unica che si poteva permettere di sfilare, a proposito della femminilità da portare al governo. Noi vorremmo essere una donna come lei, un ministro come lei, e ci sentivamo rappresentate dalla sua bellezza, dalla nevrosi smorfiosetta che ha sepolta in fondo agli occhi, dalla cupa intelligenza di chi è rimandato tutti gli anni in matematica – non ringrazieremo mai abbastanza il Professore per avercela ridata. Va bene c’è anche Rutelli e la Bonino, ma quante altre volte ci capiterà di vedere un suo primo piano incrociare il logo del tg sopra cui lei sorride, stringe gli occhi e ci fa vedere mille fossette sul viso - che noi da ieri sera abbiamo già preso a mappare.

2 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Non si merita un così bello e autentico ritratto.

4:41 AM  
Blogger annalola said...

Era come avevo programmato la mia vita, la vita di Giovanna, a partire dal luogo di nascita, dal motorino che la portava in giro per Roma, dal volantinaggio per LegaAmbiente, fino al gusto per l'arredamento etnico e vivace. Entrata nella squadra del grande Federico Caffe, sporcata con la politica, mamma e ministro, meraviglia di una vita voltata a sinistra: welfare, latino americano senza trucco.
Insieme a tutte le cose che non avremmo potuto programmare come gli occhi e le mani e quell'essere stata sfiorata appena dal '68 così già terribilmente in mezzo ai magnifici '80.

5:41 AM  

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