Saturday, December 10, 2005

4 Giorno- ovvero il matrimonio di susan e paolo:

(il giorno 2 e il giorno 3 passano dentro casa di susan, in negozi affolati e in pub, londra è gelata, per le strade le carnagioni sono decisamente chiare e lentigginose, i fumi di scarico e lo smog sembrano poter scaldare il cielo)

La cerimonia è prevista per il pomeriggio (giorno 4) fuori londra, in un piccolo villaggio dove dalla chiesetta si gode un’ottima vista, sono due ore di macchina; il banchetto invece si terrà più vicino a londra ma più spostato a sud rispetto a Horthbook (il villaggio) in un castello scelto anch’esso per l’ottima vista. Tutto è stato organizzato da paolo, paolo è un manierista, detto questo detto tutto.
Io guido la mini di susan, aba al mio fianco parla di birdwatching con un’amica di marianna tale violetta (sposata con inglese, biologa e via dicendo – è da due giorni che parlo solo con italiani trapiantati a londra – sono decisamente una razza a se per alcune caratteristiche che faccio fatica ad isolare). La cerimonia passa, mi pare di riuscire ad individuare i genitori della sposa e quelli dello sposo anche se si mischiano continuamente, qualche ex-punk spettinato con i calzoni troppo corti e micronodi alla cravatta finge una falsa tossicodipendenza. Susan è bellissima, sembra una pecora ( sulla preparazione di susan a pecora si dovrebbe scrivere un post a parte, dico solo che all’allestimento ha pensato esclusivamente la madre piombata in casa alle cinque di mattina pretendendo la nostra collaborazione nel raggere spazzole e preperare impasti vegetali da usare come maschere di bellezza) – dico a pecora perché è letteralmente ricoperta di un manto che è il vello ricciuto dell’animale (mi dirà che lo ha disegnato lei stessa e che il pelo e solo sintetico anche se rende l’effetto). Durante le foto sull’orlo del burrone dove si sporge la chiesa molti mi dicono che come me hanno i piedi gelati: siamo nel pieno del matrimonio.
Faccio scorrere tutto velocemente: il riscaldamento della mini al ritorno che sa di liquirizia, le camicie sporche degli invitati dopo le sei, petti villosi fuori dalle camice dopo le nove, i tovaglioli arriciati sul tavolo come ultima immagine. Si ritorna a casa (ancora la mini la liquirizia marianna e aba).
Parlo tutta la cena con tale Virginia, che scoprirò essere l’insegnante di danza vista il primo giorno, parliamo di cinema e di teatro (in realtà parla solo lei), mi dice che sta lavorando su un soggetto da proporre a una grossa casa di produzione, ha le unghie pitturate di giallo, occhiali praticamente senza montatura, e tutte e due i bicchiari sbavati.

0 Comments:

Post a Comment

<< Home