Saturday, December 03, 2005

Stasera nevicava, mi sentivo dentro una canzone di masini e c'era pure una nebbia di nuvole malboro, sullo sfondo una figura come un tatuaggio sull'avambraccio di un cammionista, era la famosa compagna del liceo insieme e una metafora ardita, non quella che voleva fare la velina ma francesca che faceva copiare i compiti a tutti senza sentirsi da primo banco:

- Ciao (sorriso)
- Ciao (fastidio provocato da un imbarazzo forte che si vuole nascondere)
- Come stai? (la bellezza di una donna intorpidita alle cinque della sera)
- Bene e tu? (fastidio sommato al fastistidio di sentirsi sempre la stessa)
- Benissimo (sorriso ancora)
- Ma dai! Cavoli! Ti trovo veramente bene, il lavoro come va? (...)
- Sono contentissima, mi piace, l'ambiente anche...ci sono ragazzi giovani...mi trovo bene (come a contenere l'entusiasmo, la paura di sentirsi invidiata)
Pausa. Sguardi si incontrano. Sguardi scavano dentro sensazioni diverse.
- Dai...e questa estate cosa hai fatto?
- Ho fatto un bambino
-(...)
- Dai non sto scherzando, seriamente, sono incinta.
- Complimenti è una cosa straordinaria.
- Si, io e Davide siamo contentissimi.

Mentre si allontana le guardo gli stivali che sfiorano appena l'orlo della gonna. E senza nessuna allegoria o messaggio cifrato il mio cervello capisce che è ora di lasciare le all stars per scarpe invernali.

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