Sunday, October 23, 2005

Andrea entra di venerdì, la pasta sta bollendo e noi ci guardiamo come se fosse finito un viaggio. Gli slaccio la cravatta e gli presento subito Amanda che sta dilà con un nome da telefilm. Amanda è qui da due settimane, ha i denti gialli e una fascia in testa, cerco gli occhi di Andrea e schiaccio un sorriso: non l’ho scelta io. Andrea guarda la pila di Libero e mi guarda come se fossi diventata improvvisamente calva, non voglio spiegargli di quei meravigliosi anni quando tutto valeva meno di zero, ne sa già troppo. Allora Amanda ha delle cose sporche da nascondere, condisco la pasta e cerco di tranquillizzarlo. “Non vedevo quelle scarpe da almeno vent’anni”, Andrea è visibilmente terrorizzato. Io non ho parole, posso solo dire che non è un problema politico, “certo – fa lui- è di più, molto di più”.

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