Friday, October 14, 2005

*Le regole non scritte del petting. Archie guardava Isabelle e pensava chi potesse essere. Qualcuno per quello che stava scrivendo: l'impiegata della contabilità o la studentessa laureata in architettura che stava cercando.
L'impiegata della contabilità era alta come Isabelle e faceva quello sguardo che faceva lei, usava crema nivea per le mani ( tubetto morbido), la risata era così terrificante, a volte camminava con i pollici dentro le tasche dietro dei jeans, aveva l'abitudine di uscire dal bagno truccata a metà mattina, aveva spesso i capelli un po' unti ma come Isabelle non sembrava mai sporca, tenerli sciolti o legati interscambiando le pettinature nella stessa situazione questo faceva, camminava ciondolando le anche con l'indolenza dell'adolescenza, il tono della voce era artificiale, nascondeva qualcosa, non si lasciava mai completamente andare. Passavano i giorni senza che lei aprisse un giornale o guardasse la televisione, così capitava fosse in ufficio senza sapere del terremoto in India, oppure che Lapo Elkann era in overdose, altre faccende insospettivano Archie. Oltre a fare la contabilita' l'impiegata Elisabette avrebbe dovuto fare qualcos’altro di cui Archie era ancora all'oscuro, certo molto stava nella sua abilità a dissimulare una certa aria, ma per il momento quello che Archie sapeva era che l'impiegata non trascurava mai finezza nell'abbigliamento e un'aria annoiata, dieci minuti prima della pausa pranzo passava in bagno e usciva con il rossetto e i capelli diversamente pettinati, non veniva mai in mensa, proprio a questo stava pensando Archie mentre guardava il soffitto e faceva cenno a Isabelle di smettere. Dove andava Isabelle?


(e c'era da lavorare molto sulla voce per capire com'era. cercò di ricordarsi che era una voce mascolina e impostata a volte pareva in falsetto, sentì anche parlare di una certa situazione di salute incerta, sentì un acre odore di ascelle, ma non era sicuro fosse lei)

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