Thursday, November 10, 2005

“Il mio primo bacio fu con un ragazzo basso e pallido con in testa un intricatissimo sistema di riccioli . Aveva le dita corte, le gambe corte e qualcosa in potenza nel volto. Non ho mai più visto capelli tanto arancioni, folti e alti, il mazzo intricato degli scarabocchi di un bambino. Con una certa luce negli occhi, e una pelle quasi trasparente. Oltre a strizzare le palpebre come i miopi faceva strane espressioni, le alternava a una velocità nauseante, se gli stavi a distanza pre-bacio ti inondavano la faccia. Avevo voglia di baciarlo per non guardarlo. Così quando l’abbiamo fatto, una notte d’ottobre, non volevo smettesse più: ero certa di scoprire, riportandolo a una distanza normale, che invece di parlare emettesse solo dei lamenti sbattendo le mani dappertutto come il parcheggiatore che sta sotto l’ufficio di mio papà e cammina con le scarpe ortopediche. E’ stato il bacio più lungo della mia vita. Non so per quanto stetti dentro la sua bocca: circumnavigavo il palato, picchiettavo sui denti, finii la saliva e poi andai avanti ancora. Credetemi avevo paura. Oggi tutto mi sembra lontano ma allora innescò qualcosa che non posso nascondervi trovi ancora imbarazzante. Aveva sapore di latte, l’alito del ragazzo coi riccioli sapeva di latte e a volte oggi se mi distraggo mi sembra sia rimasto da qualche parte ancora nella bocca.”

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