Thursday, May 26, 2005

Milan-Arsenal 3-0, Milan-Arsenal 3-3, Milan-Arsenal 5-6
Con due centimetri di tacchi abbasso il televisore e lascio spazio ai commenti, Andrea incrocia gli occhi e si schiaccia la montatura, si avvicina alla borsa di cuoio per inscenare una dimostrazione sulle cause della sconfitta: è un pugno allo stomaco. Di là qualcuno sembra rantolare nella più classica tradizione, allora esco con un bicchiere di pinot caldo, ma qua non ci sono zanzare che mi mangiano. C’è una luna rossonera. Andrea ormai si è arrotolato le maniche della camicia fino alle ascelle, digrigna i denti sopra la scena dell’omicidio rifatta su una scacchiera del subbuteo. Mi chiedono della droga, dico di guardare nel barattolo del caffè, ma non basta. Andrea è in ginocchio sul tappeto verde. Parla con le parole di un filosofo americano. Nessuno per fortuna lo ascolta, quelli che non sono in bagno tengono steso l’avambraccio sulla fronte. Andrea ripete ossessivamente tre parole “significato”, “effetto” e “pragmatismo”, mia sorella piange sopra la foto patinata di un bel giocatore ucraino con altre parole. Alla fine ci arrendiamo al mistero del calcio. Mi telefona la frà per ricordarci che la bolla si è rotta e i gufi sono volati via.
Verso l’una baldo esce dal bagno con un laccio emostatico: nottetempo si stringerà i testicoli per espiare tutte le colpe di un’umanità che aveva già vinto. Lo prego di riindossare le mutande e lo faccio accomodare fuori.

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