Wednesday, May 25, 2005

Vorrei sottoscrivere un manifesto per una “messa a fuoco”, nel senso dell’incendio, ma anche della messa ( funebre).

(Chi l’ha detto che i libri non vanno bruciati?) Propongo nuovi roghi medievali in questo inizio di millennio.
Bruciare tutti i libri che parlano in prima persona di drammi adolescenziali, che sono sfacciatamente autobiografici, anzi che sono scritti da adolescenti o presunti tali, che hanno fatto, hanno detto, hanno visto. Tutti quelli che hanno dietro un po’ di cinema, tanta televisione, i fumetti, solo libri o libretti dell’ultimo secolo. Sicuramente tutti i libri di chi sogna di fare lo scrittore, di chi parla del suo piccolo amore, del suo piccolo orto, del suo piccolo ufficio. Nessuna pietà per lo slang, il cannibalismo linguistico, quel senso di disperazione e di afasia dell’eterno studente, il tormento sentimentale, l’ostentazione della propria diversità, la messa in onda del punto più basso di qualsiasi cosa.
Buttarci insieme i diari sentimentali, i diari erotici, i diari di altre brigette. Se volete aggiungiamo anche i libri che vogliono insegnare qualcosa, i libri di viaggio, i libri di “ci scriverò un libro sopra”, di “guarda mamma senza mani!”. Non avere alcun rispetto per i libricini di meno di duecento pagine, sospettarne, almeno, con la consapevolezza, però, che ci sono delle ottime eccezioni.
Metterei nel calderone, una volta riconosciuti, quei libri che parlando del male, della delittuosità dell’uomo, che credono che scriverne sia un modo di liberarsene, al rogo tutti quelli credono che la letteratura sia una forma di catarsi dal fuoco, e non si sentono bruciare, a quelli noi vorremmo dare fuoco*.

Chi vorrà firmare sarà il benvenuto, ma nessuno lo saprà. Buona giornata a tutti.

*Ci scusiamo per il finale un po’ trombone, ma volevamo un clima di Manifesto ( non quello, l’altro quello novecentesco – questa volta per una nuova avanguardia oscurantista e intollerante da dilatare all’infinito)

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