Mi metto dietro le mani e rollo una canna, con il collo di una iena, aspetto Christian che torni. Milano galleggia in una brocca di limonata senza zucchero, tutti si sono spogliati e viaggiano scalzi. Guardo ragazzi con la cresta, il cavallo basso e gli occhiali a goccia nuotare in apnea, parlano una lingua che non mi piace. La milanobene è dappertutto fa scintillare corsocomo di stellette come incisivi, i ragazzi borghesi sono spariti come le luccioledipasolini, (tutti) inghiottiti dai centri sociali, a girare scalzi su un pavimento umido si sentono come il padre di arturo sulla sua isola. Io cerco quel poco di salsedine in un miraggio artificiale e penso a una frase con la parola “rosario”, poi vedo ancora gente ben vestita, di una dignità collaudata: mocassini rossi, camicie bianche sottilissime con ampie scollature a V, si guardano intorno martoriandosi le perline sul collo, si fanno rigirare sigarette di mariujana grosse come fave tra le dita, le tengono tra il pollice e l’indice in equilibrio come le palline di un rosario.
Thursday, May 05, 2005
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2 Comments:
bellissimo post. :)
sei la prima, grazie! Onorata.
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