Saturday, February 16, 2008

POrnomate in Berlin-13
Avevo in mente il tatuaggio di un angelo che occupava tutta la schiena, la ragazza aveva due ciocche che le scendevano dalle orecchie fino al seno, teneva in mano una forbice, le orecchie erano affilate e il mento così appuntito che più che un angelo sembrava una creatura per bambini. Mi ricordai che indossava una canottiera nera, e beveva con me tequila, offrendomi sale e limone sulla mano. Sono sicuro che a un certo punto ci siamo presentati perché quando le ho detto il mio nome mi ha sorriso, ma io il suo proprio non me lo ricordavo.
Quando pisciai mi guardai il cazzo, scoprii di essere circonciso. L’effetto di amnesia post-caduta sarebbe rientrato gradatamente, così mi avevano detto, eppure il mio passato non si muoveva di una virgola, c’erano solo quelle maledette dodici ore a riempirlo. Via via scoprivo delle novità, per conto mio, o parlando con Andrea, e ogni volta, mi lasciavano una cattiva impressione. Decisi che dei biglietti e della ragazza a me non fregava niente, forse era il caso di lasciare perdere, lasciare che la mia memoria si ristabilisse da sola, senza forzare, senza costringerla a quella caccia all’uomo.

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