Friday, February 08, 2008

POrnomate in Berlin -21
Passarono pochi secondi e Andrea cominciò a russare in un modo spaventoso. Non potevo farcela. Mi alzai per cercare qualcosa. Il bagno forse. Camminavo lentamente per casa, la testa mi faceva meno male. Notai che non c'erano le ante alle finestre, e quella notte le tende erano alzate: una luce grigia illuminava il legno del pavimento facendolo scintillare, Andrea che continuava a russare. Percorsi il corridoio e arrivai in un’altra stanza illuminata dalla luce della strada – addossata alla finestra la scrivania era carica di fogli e libri, le uniche due cose che spuntavano sopra lo strato di carta erano il computer e la lampada, ai lati lungo le pareti fino a me c’erano tante tele appoggiate l’una sopra l’altra in una sequenza prospettica dentro cui scivolava la luce. Senza chinarmi passai tra le tele per arrivare alla scrivania, e vidi che tutte rappresentavano la stessa cosa: una ragazza in primo piano che mi guardava.

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