Friday, February 15, 2008

POrnomate in Berlin-14
Al pomeriggio con la nuova fasciatura ben fissa in testa bazzicammo il quartiere sotto casa. Andrea era troppo concentrato sui piani della sera per riuscire a pensare ad altro, così passammo le ore di maggior luce in un bar a qualche isolato dalla Filarmonica, lontani dal centro. Guardammo la neve cadere sull’asfalto prima lenta e poi veloce. La osservammo ricoprire di uno strato zuccheroso la superficie delle cose, e ci sembrò di buon auspicio. Tenevamo gli occhi appiccicati alla vetrata. Il fumo e l’andirivieni ci rendeva pazienti togliendoci le parole di bocca. Quando il cielo cominciò a farsi veramente scuro i fiocchi si stagliarono ancor più nitidi per via della luce dei lampioni. Allora mi prese un po’ di malinconia, mi alzai e feci qualche passo verso bagno. Lungo il corridoio pensai di vedere Elsa, ma era solo un abbaglio. Cominciò a venirmi in mente qualcosa della sera prima – erano ricordi sfilacciati, che meditavo meglio da solo nell’aria gelata del cesso. Chiusi la catenella, e abbassai l’asse, mi sedetti guardando la neve che si posava sul telaio della finestra e lì accovacciato pensai a qualcosa di poetico che è difficile da dire.

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