Monday, April 03, 2006

E’ da quando sono nata, ma più insistentemente da quando i fenormoni hanno preso a “farsi”, che sto pensando all’Uomo Ideale (è una pura attività teorica, molto zitellesca, lo so, può essere l’indizio dell’”ultima spiaggia”, so anche questo, rimane comunque un modo di regolare la “vita pratica” a suo modo valido), quale mi sposerei? quale si confà alle mie ambizioni? ai mie progetti di serenità matrimoniale, a una certa predisposizione domestica e mondana? quale uomo ringalluzzirebbe di giorno in giorno la mia salute intellettuale insieme a tutto un modo di vedere e vivere la vita? Per me tutto questo ha a che fare con il “sentirsi protetti”, non dico col “non sentirsi mai soli”, che è impossibile, ma col “sentirsi un po’ meno soli” per via di cazzate - anche, a volte di sguardi e modi di muoversi. Dalle mie precedenti esperienze con gli uomini ho l’impressione che ci voglia una gran dose di cazzate per tirare avanti, nel mio caso devono essere farcite da una certa verve intellettuale. Non voglio, certo, l’uomo che mi faccia ridere, neppure quello che mi faccia divertire. Parto così, escludo e includo, guardandomi in giro, Desiderando secondo la lezione del dott. Lecter. Mi butterei subito su un tipo tipo Luca Argentero ( quello del GF), scuro, sorriso megagalattico, occhi grandi – ho del resto imparato a diffidare dei ragazzi che portano o hanno portato lo snake: per questa e per altre ragioni l’ho subito accantonato – metteteci anche una certa penuria di informazioni sulla sua vita interiore, scelta istintiva – sensazione tutta femminile di “niente arrosto” – con lui care lettrici, lo avete capito se ne va una Categoria - quindi sono passata a tipi più intellettuali tipo Gianni Riotta, o il presentatore di Ballarò, quest’ultimo viene subito scartato perché francamente pare la versione telegenica di Milaus – Riotta, non è male, fisicamente ha un certo fascino (meglio con la frangia anche se richiamava Severgnini, con più tormento però. Andrebbe riportato ai primi anni, ai tempi della Stampa quando indossava quelle improbabili giacche da “giornalista” con gli occhiali spessi da freak) – ma mi sa di perfettino, non vedo nessuna forma di indolenza, è troppo impostato, perde mordente, poi francamente ha scritto dei libri di fiction illeggibili – della Categoria hanno fascino (“un certo modo di vedere le cose” – che con i giornalisti è più facile riconoscere) Michele Serra, Gianni Mura, e Massimo Gramellini, il primo c’è la su troppo con il Denaro, cova (ultimamente dissimulandolo bene) quell’odio dei vecchi comunisti nei confronti della ricchezza e soprattutto del lusso – a malincuore lo escludo, poi Mura per tutto il resto andrebbe bene, solo che ho bisogno di una certa maneggevolezza, se non proprio dell’argentovivo, almeno di una certa briosità fisica. Gramellini mi sembra non sappia fare altro che scrivere pezzi folgoranti di trenta battute ciascuna, e per un matrimonio e un po’ pochino – gli scrittori non mi piccono, i calciatori non mi piacciono, mi piacciono i medici, gli intellettuali e i cabarettisti, mi piacciono quelli che parlano alla radio e sanno modulare il tono della voce: siamo sempre lì ci vorrebbe un misto tra Veronesi, Eco e Fabio Volo, con dentro un po’ di quello cinico di Camera Cafè (che non mi ricordo più come si chiama), ma la cosa non è possibile – pur trattandosi di roba Ideale deve avere un Suo volto. Così alla fine ho scelto – e adesso ne sono sicura – il mio Uomo Ideale è: Luca Sofri. Mi sono pure scritta il perché e ve lo dico il prossimo post, senò questo diventa troppo lungo.

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