Tuesday, February 21, 2006

Partiamo dall’inizio
Allora dobbiamo partire da un mese fa
Quale è la cosa più bella che hai visto oggi?
Un tipo che assomigliava a Gianfranco Funari sull’ascensore, la nebbia….
Me lo hai portato il sogno?
Sono entrata in ascensore con il sogno in mano. Ma mi è caduto, non ho numerato le pagine.
Sono tre, lasciamele.


Annalola sai che dobbiamo dirci tutto (piega il mio sogno in due e lo mette dentro un libro dell’enaudi con un clown rovesciato sopra).

Il sogno ovvero la prima e ultima cosa che faccio per recitare questa farsa sceneggiata da mio padre.
“Sto per morire, non so bene perché, ma mi sento importante. Fuori dalle mura del mio palazzo la gente si dispera, ma dentro è solo un labirinto di stanze vuote, grandissime, dove mi aggiro con una vestaglia slacciata, la cintura mi striscia per terra: ho la sensazione che si stia per sfilare ad ogni passo (dico tra me e me che la devo allacciare ma al contempo mi sembra un gesto inutile).
Fuori dalle mura furoreggia la battaglia (quando me lo dicono vedo tantissima carta sparsa per un bosco su cui si impregna la luce), i nemici sono alle porte, l’assedio imperversa, io sto per morire.
Una morte senza sofferenza, come una scadenza da rispettare.
Sul divano (divano verde fatto con la stoffa di una brutta tappezzeria) ci sono pacchetti di patatine aperti ma non finiti (mi chiedo se qualcuno verrà a pulire ma al contempo ho il terrore che debba essere io a farlo).
Sono lì seduta quando mi comunicano che il mio Ultimo Desiderio prima di morire è quello di essere fecondata (non sono però sicura di desiderarlo). Mi comunicano altresì che non sarò io a scegliere l’inseminatore, lo farà la mia ex-amicadelcuore. Lo sceglierà tra i maschi del regno (sono una principessa? l’età dei pretendenti ha dei limiti di decenza? niente mi viene detto).
Lei arriva subito e mi sembra terrorizzata, si mette al lavoro dentro una stanza in cui sfilano uomini lungo un vetro – è lo specchio che si usa per identificare i sospetti.
Passano le settimane, le porte della città stanno per cadere, un personaggio magrissimo con in testa un cappello dell’inter mi dice che abbiamo finito l’olio bollente, Finalmente la ex-amica esce dalla sua postazione: non ho mai visto una ragazza tanto stravolta, somatizzo e la lascio parlare, dice che ha ristretto la scelta a due uomini (sono passati due mesi), ma più di così non può fare, andare avanti significherebbe la pazzia - aggiunge, uno vale l’altro, ma appena lo dice viene stretta da una smorfia che le colora le vene del collo e allora si rimette al lavoro.
Non so quanto dopo ma a un certo punto mi fa entrare nella stanza e vedo due ragazzi di una bellezza che fa stringere il cuore, quel tipo semplice ma sexy, hanno tutti e due i capelli a maschietto”

Ummm interessante, la donna è simbolica
Tutto è simbolico
Si sbaglia….mi lasci finire

“Il sogno è pressoché finito perché dopo una settimana lei mi consegna l’uomo, che è quello giusto ( ho la netta sensazione che la trama segua un copione), - lo sento – non lo so spiegare, ma io non sarei riuscita a sceglierlo così (“giusto”) se avessi dovuto scegliere per me. Ho un po’ di classico amaro in bocca (ora per la prima volta mi sembra “tardi”?), mi dirigo verso una porta chiusa strisciando la mia vestaglia mano nella mano con lo sculettante prescelto (vedo la scena da fuori campo: due persone di schiena, un culo nudo).
Poi arriva il surplus di tensione finale come un terremoto che mette al bando i contorni delle cose: mi accorgo che fin dall’inizio il sogno si è svolto alla presenza di un altro uomo –mi piacerebbe chiamarlo l’”uomo misterioso” ma lo conosco benissimo. L’uomo che vorrei fosse “l’uomo misterioso” è completamente nudo ( neanche a dirlo!), con la mascella del duce, un cappello da poliziotto di pelle nera e un rossetto da troia, sotto ha un pene del colore di un livido, con tantissime pieguzze sul sacco delle palle ricamate da contrasti di luce così interessanti da sembrare scolpiti nel bronzo”.


Su questa immagine mi sveglio ne più ne meno
Cara Annalola lei è fritta.(la dottoressa non lo dice, ma mi guarda con un sorriso dolce che è come se lo dicesse) – Mi pare che non c’è bisogno che le chieda chi è l’uomo misterioso?
Siamo sempre lì
Ed è da lì che dobbiamo partire

Quando sono uscita dall’ufficio della dottoressa, già andava meglio, ma non ancora bene come volevo, volevo essere libera di prendere un aereo e partire, il cielo si sfumava di rosa e diventava di un colore più intenso, nero, mi sarebbe piaciuto scrivere incandescente, ma avrei avuto bisogno un tramonto o di un riflesso, era solo febbraio.

Questo cos’è?
E’ quello che succederà dopo.
Sei un bel tipo Annalola, a noi non ci interessa.
Lo so , lasci perdere e ritorniamo a noi

3 Comments:

Anonymous Anonymous said...

imparato molto

8:14 PM  
Anonymous Anonymous said...

quello che stavo cercando, grazie

8:21 PM  
Anonymous Anonymous said...

necessita di verificare:)

4:35 PM  

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