Monday, March 06, 2006

C’è un bellissimo prato in corso D’Azeglio appena prima di incontrare corso Dante, è un prato finto, infatti ha il colore falso dello smeraldo se il cielo è grigio. C’è lo hanno messo per le olimpiadi e i rumeni giocano a pallone con i jeans e le giacche a fare i pali. Per tutta la mattina ho creduto che fosse vero, quando poi sono tornata per mangiare ho scoperto cos'era. Sotto la scuola dove sono diretta c’è una panificio e un bar, dentro un bar una signora dai capelli che a vederli sembrano profumati. Stacca gli scontrini con la testa stranamente inclinata sulla spalla, ha la pelle della faccia tirata con diversa intensità, la sinistra è più molle e l’occhio sinistro più chiuso. Basta suonare e ti aprono alla scuola che sta vicino a questo bar. Nell’atrio gli studenti che vogliono fare gli scrittori o gli sceneggiatori non possono lasciare le biciclette. Lo dice un cartoncino scritto al computer. C’è la luce intima pastosa e dolente dei funerali, capita spesso sulle scale dove predomina il legno e le piastrelle sono scure. Bisogna mantenere la concentrazione poi una lunga porta di legno ti fa entrare a scuola. Li cerco il Fondatore con un falso pretesto, perché ha fatto un gran casino. Gli dovrei far vedere il culo, in un gesto tipicamente maschile e volgare di chi ama le cazzate di compagnia, cosa che invece non farò sichè sono una ragazza educata, il Fondatore è un fico: occhi blu e labbra da Gioco Della Bottiglia (anche se l’ultima volta che l’ho visto aveva la pancia e i pantaloncini e i sandali), semplicemente gli consegnerò la Mia Cosa Speciale a dispetto di quelli che gli vogliono male e di tutti i miei amici che mi hanno detto di fargli vedere il culo.

1 Comments:

Blogger 20nd said...

Cazzo... da farci una canzone...

12:08 AM  

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